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I benefici fisici della danza del ventre

La danza del ventre evoca subito scenari lontani, tende nel deserto, harem mitici, occhi truccati di nero, narghilè e profumi esotici.

Il fascino da sempre esercitato sugli occidentali ha ammantato tutte le danze orientali di un alone di mistero e insieme di fascinoso erotismo.

 

Provocando, però, anche una certa confusione.

Ma procediamo con ordine. Forse non tutti sanno che la danza dl ventre non è esclusiva delle donne, infatti comprende un più ampio spettro di danze orintali che si sono sviluppate nel tempo in diversi punti dell’Africa del Nord e della Penisola arabica.

Nello specifico si ha il Kabaret, in Egitto, il Arabya (la classica danza del ventre conosciuta a grandi linee da noi occidentali) e il Saidi, anch’esso egiziano, e una cui variante comprende un tipo di ballo praticato solo da uomini.

Naturalmente per la particolare sinuosità dei movimenti, cui molti attribuiscono significati di fecondità e abbondanza, è quella prettamente femminile che ha avuto fortuna in occidente, anche perché la leggenda narra che a permetterne la fortuna, furono le truppe di napoleone che vennero a contatto con le danzatrici dell’epoca e ne rimasero letteralmente affascinati.

Ma quali potrebbero essere i benefici nel praticare una disciplina che sembra più un’arte di seduzione che non una palestra per il fisico?

Naturalmente considerazioni di questo tipo sono una chiara adozione di un punto di vista materialistico e miope, tipicamente occidentale.

Infatti, il corpo umano, in particolare quello femminile, ha delle specifiche necessità che devono essere inquadrate in chiave olistica. E per meglio comprendere un’ottica generale, basta ricordare la culla nella quale si è sviluppata  la danza del ventre: l’harem.

Universo abitato da sole donne, vede proprio nella cura del corpo femminile il fulcro della sua nascita. E proprio il lato femminile sembra beneficiare particolarmente di questa pratica. Infatti i giovamenti migliori si hanno proprio alla circolazione sanguigna nelle zone lombari che porta una migliore ossigenazione dei tessuti, favorendo nel contempo anche un miglior ricambio delle tossine.

Non solo, ma anche tutta la muscolatura del pavimento pelvico migliora sensibilmente, oltre a un alleviamento delle tensioni muscolari lungo tutta la colonna vertebrale. E ancora risulta utile in caso di  dolori mestruali.Infatti il legame fortissimo che unisce la donna al movimento pelvico affonda le sue radici nell’antica Mesopotamia,  proprio nelle ancestrali danze che le donne facevano intorno alla partoriente, al fine di alleviarle le doglie e partecipare simbolicamente al la nascita.

Ciò che invece difficilmente si immaginerebbe sono i benefici a livello psicologico: oltre alle tensioni nervose scaricate grazie alle endorfine rilasciate durante il movimento, si può acquisire una maggiore consapevolezza del proprio corpo.

Per questo motivo, molti inquadrano la pratica della danza del ventre non solo più nell’ambito della semplice danza popolare, particolarmente caratteristica, ma all’interno di un quadro specifico, quello della  fisiodanzaterapia, cioè una serie di “interventi” miranti al riacquisto e/o al potenziamento della motilità grazie all’arte della danza.

Naturalmente, si deduce che la prima cosa da fare è affidarsi a professionisti adeguatamente competenti che non vedano nella disciplina solo un’atipica conoscenza di una danza un po’ particolare o folkloristica, ma una vera e propria azione curativa che si nasconde dietro la pratica del movimento indirizzato alla zona lombare.

La Scuola di Danza Artwell offre corsi di Danza del Ventre amatoriali e professionali.

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